Sotto guida ecografica si utilizza l’energia degli ultrasuoni per penetrare, emulsionare e rimuovere il tessuto fasciale malato. Consentendo al tessuto sano di rigenerare, restaurando la funzione della fascia. Successo nel 90% dei casi. Con un netto miglioramento dei sintomi di questa non grave ma dolorosissima patologia del piede
02 MAR - Pur non essendo una patologia grave, la fascite plantare, di
certo è una seccatura non da poco che può diventare invalidante. L’infiammazione di quella fascia di tessuto simile a un tendine che attraversa tutta la pianta del piede, dal tallone alla base
delle dita, è una di quelle condizioni che mettono letteralmente a terra. Il dolore tipico della fascite plantare, caratterizzato da una fitta dolorosa al tallone (come una ’pugnalata’), si
avverte in genere al mattino, non appena si scende dal letto o quando ci si alza dopo essere restati a lungo seduti. Dopo un po’ diventa un dolore sordo, ma sempre presente, pronto a
ripresentarsi con le caratteristiche della stilettata, quando ci si rimette in piedi.
Colpisce soprattutto le donne e può comparire dopo un allenamento intenso, di quelli che sollecitano molto tallone e tessuti limitrofi, come l’aerobica o la corsa; particolarmente a rischio è la
stagione che precede l’estate, quando sono in molti ad esagerare con gli allenamenti, nell’intento di rimediare alla pigrizia e ai ‘cuscinetti’ messi su con l’inverno. A rischio anche chi, magari
per lavoro (insegnanti, dentisti, ecc), passa molto tempo in piedi. E naturalmente nella top ten dei fattori di rischio, non possono mancare le scarpe sbagliate, dai tacchi
vertiginosi, alle sneaker che non ammortizzano i colpi a livello del tallone. E’ la più frequente patologia invalidante del piede e colpisce circa il 10 per cento della
popolazione americana, generando oltre 1 milione di visite ogni anno. Ma dagli Stati Uniti, dove è in corso in questi giorni il congresso della Society of
Interventional Radiology's Annual Scientific Meeting, arriva una buona notizia. Un gruppo di ricercatori ha messo a punto una nuova tecnica di radiologia interventistica. Il
trattamento, che viene condotto sotto guida ecografica, consiste nell’utilizzare l’energia degli ultrasuoni per penetrare, emulsionare e rimuovere il tessuto fasciale malato. L’eliminazione delle
parti malate, consente al tessuto sano di rigenerare, prendendo il posto del vecchio e restaurando così la funzione della fascia.Nello studio* presentato al congresso dei radiologi interventisti sono stati arruolati, a
partire dall’agosto 2013, un centinaio di pazienti affetti da fasciopatia plantare cronica refrattaria, che avevano tutti fallito la risposta a farmaci, fisioterapia e supporti dell’arco
plantare. Tutti i pazienti presentavano in dolore tale da interferire con le attività della vita quotidiana, valutato attraverso il Foot and Ankle Disability Index (FADI). Lo stesso criterio di valutazione veniva considerato a distanza di due e settimane
dal trattamento, poi a distanza di 6 mesi.Già due settimane dopo il trattamento con gli ultrasuoni, il 90% dei pazienti riferiva un netto miglioramento dei sintomi, che si manteneva a sei
mesi. Non sono state riportate complicanze correlate al trattamento.“La fascite plantare è una condizione estremamente frequente – ricorda uno degli autori dello
studio, Rahul Razdan, radiologo interventista presso l’Advanced Medical Imaging di Lincoln (Nebraska, Usa) – e decisamente invalidante. Le opzioni di trattamento
tradizionali sono molto limitate, dagli antidolorifici, alla terapia fisica. Ma si tratta di palliativi, non di soluzioni permanenti. Per questo sono così importanti i risultati del nostro
studio; i pazienti affetti da fascite plantare da oggi hanno una vera possibilità di trattamento. Alcuni dei soggetti trattati avevano una forma così grave di fascite da impedir loro di stare in
piedi, per giocare con i figli o portare fuori il cane. Il trattamento con gli ultrasuoni, ha restituito loro la gioia di vivere.”
Maria Rita Montebelli
*Abstract 78, “Percutaneous ultrasonic fasciotomy: Anovel approach to treat chronic plantar
fasciitis,” R. Razdan, E. VanderWoude, Radiology, Advanced Medical Imaging, Lincoln, Neb.
Link: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=26307
Scrivi commento